Notizie da Italia Nostra-Torino febbraio 2017
Cari Soci ed amici di Italia Nostra-Torino,
mentre vi invitiamo caldamente ad intervenire all’Assemblea dei Soci della Sezione di Torino, che si terrà martedì 14 febbraio alle 18.45 nella nostra sede di via Massena 71, cerchiamo di fare un breve riepilogo di avvenimenti recenti nelle sfere di nostro interesse, nonché di qualche problema non nuovo ma ben radicato nel presente.
E’ stato certo un anno denso di avvenimenti a livello nazionale e Torino col cambio di amministrazione ne è stata largamente interessata. Si può dire che mentre nella prima parte dell’anno avevamo assistito costernati alla definizione di varie iniziative a nostro parere molto deleterie da parte della vecchia Amministrazione, con la nuova, sulla base delle promesse fatte, si è potuta riaccendere una certa speranza, peraltro poi negli ultimi mesi su vari problemi piuttosto raffreddata. Nei primi mesi dell’anno erano state confermate e consolidate le principali decisioni che consideriamo molto negative, concessione trentennale del Parco Michelotti per un “parco tematico” (certo anche zoo) precludente la libera fruizione pubblica del parco; costruzione sull’area Westinghouse-Nebiolo di centro congressi dal dubbio futuro, di centro commerciale e soprattutto acquisizione da parte di questo di metà del giardino “Artiglieri da montagna” in corso Vittorio; la collocazione di una nuova Biblioteca Comunale nel Palazzo Esposizioni al Valentino, inevitabilmente oscurando/mortificando la maestosa sala centrale di Nervi; la trasformazione dell’altro capolavoro di Nervi, il Palazzo del Lavoro, in centro commerciale; il tunnel sotto corso Grosseto e altre iniziative a nostro avviso deleterie in giro per la città. Poi la nuova Amministrazione, che aveva promesso, bisogna dire, non in assoluto di cancellare, ma di fare il possibile e l’impossibile per bloccare questi provvedimenti, si è mostrata alquanto esitante e su certi punti troppo rassegnata a lasciare andare avanti queste infelici imprese. Per constatati grossi problemi economici da non previsti squilibri di bilancio ereditati, hanno detto. Su altri problemi importanti, il futuro della Cavallerizza, e la minaccia di parcheggio sotto corso Marconi con mortificazione delle alberate abbiamo invece avuto rassicurazioni. Ora non spetta a noi rilevare l’eventuale ingenuità delle previsioni preelettorali, né unirci al coro di proteste ed accuse. Piuttosto si tratta di contribuire ad una mobilitazione di attenzione nel pubblico ed una forte sollecitazione di riflessione nell’Amministrazione per una adeguata considerazione dei valori in gioco ed una grossa mobilitazione di intelligenza e lavoro per trovare soluzioni ed evitare le mutilazioni previste. Al di là delle scelte infelici dei passati amministratori, il tema della qualità della città è per fortuna un interesse generale riguardo al quale, se bene informati, la maggior parte dei cittadini, anche di orientamenti politici molto diversi, verosimilmente convergerebbero sulle nostre posizioni e potrebbero sostenere l’Amministrazione nell’assumere rischi che ora essa vede come paralizzanti. Il sostegno dei cittadini, oltreché puramente “morale”, potrebbe esprimersi con varie modalità operative che potrebbero scaturire dall’inventività di molti, e qualcuna possiamo provare a immaginare qui, petizioni mirate a chiedere cancellazione e/o riforma di determinate iniziative, appelli rivolti agli stessi imprenditori, come nel caso del progetto sull’ex Westinghouse che invade
un giardino pubblico, appelli allo stesso governo regionale e a quello nazionale per una decisione in cui sono entrambi coinvolti, come il tunnel sotto corso Grosseto, e in generale, da parte di tutti quelli che sono convinti dell’utilità di una certa battaglia, cercare di comunicarne le ragioni a quanti più possibile. Per molte decisioni infelici probabilmente non sono stati determinanti moventi inconfessabili, ma desiderio e fretta di esibire “opere visibili” uniti a limitata informazione sui vari aspetti dei problemi e ad una certa esitazione ad avanzare critiche da parte del personale tecnico. Per cui non solo per evitare errori futuri serve una maggiore partecipazione d’attenzione da parte di tutti, ben compresi i cittadini, e molto maggiore accesso all’informazione, ma questo sforzo d’attenzione può servire anche per avere più forza e più strumenti per correggere o almeno mitigare errori già decretati Come Italia Nostra-Torino abbiamo già proposto verbalmente, e formalizzeremo la proposta, una inchiesta del Consiglio Comunale sul processo decisionale che ha condotto prima alla scelta di spostare in tunnel sotto la Dora il tracciato del Passante ferroviario, interrompendo il collegamento con Caselle e Lanzo, e più recentemente all’attuale progetto di ripristinare tale collegamento col famigerato tunnel sotto l’incrocio Grosseto-Potenza e corso Grosseto, ignorando alternative di tracciato molto meno devastanti. Con motivazioni incomprensibili è stato escluso il tracciato Sansovino-Veronese, non menzionata del tutto l’alternativa proposta da Italia Nostra e da altri nel 2008, di uso della linea storica di via Stradella e unione con la nuova stazione Rebaudengo con curva verso nord, sotto piazza Baldissera e sopra il Passante, che qui, avendo dovuto abbassarsi sotto la Dora, si trova a venti metri di profondità. Riproponiamo l’immagine dell’incrocio Grosseto-Potenza (e tante altre strade insieme):
E chiediamoci cosa sarà del traffico e della vivibilità in questa zona per i vari anni dei lavori, e anche dopo, con una immensa rotonda che eclisserà in tormenti piazza Derna e largo Maroncelli….. Per questo come per altri progetti infelici è possibile che, se si riesce a farne percepire la portata a un numero sufficiente di cittadini l’onda di protesta sia tale da dare risultati. Altro caso in cui pensiamo che un’opinione informata ed attiva potrebbe fare la differenza è quello dell’utilizzazione del salone centrale del Palazzo Esposizione di Pierluigi Nervi come sede della Biblioteca Comunale attualmente in corso Palestro. Non si vede come questo potrebbe avvenire senza “riempimento” di questo magnifico spazio:
Una grandissima biblioteca richiede ampi volumi ottenibili solo sviluppandosi in altezza, e quindi in questo caso mortificando, oscurando questa percezione di ariosa spazialità. Anche se non ci fossero soppalchi, un immenso parco di scaffalature ad altezza d’uomo interferirebbe massicciamente coi valori di percezione che erano invece godibili in questo luogo anche quando ospitava un’esposizione.
Per il Parco Michelotti, riguardo al quale è avviato un ricorso al TAR, sarà comunque importante in ogni ipotesi una mobilitazione dei cittadini, sia per fare percepire all’Amministrazione quanto il problema sia sentito da quasi tutti quelli che veramente ne conoscono i termini, sia per concorrere alla definizione di un ragionevole, e dunque limitato ed affrontabile indennizzo per le spese di progettazione già sostenute dalla Società Zoom, sia per offrire idee ed anche concrete offerte di opera per un graduale ed economico recupero del parco all’uso pubblico, che in parte in pratica sarebbe possibile da subito per la fascia lungo il Po, con spesa irrisoria. Non sarebbe male discuterne anche con elettori ed esponenti della passata Amministrazione, sviati da una vulgata mortificante per cui le spese per la messa in sicurezza del parco con le sue installazioni fatiscenti sarebbero state insostenibili, e anche la gestione successiva, come se questo ambito centralissimo dovesse presentare problemi di sicurezza maggiori di quelli presenti al Valentino.
Questa mobilitazione di cittadini non tanto per protestare contro un danno decretato, quanto per fornire un flusso di proposte articolate, di vera partecipazione costruttiva, gioverebbe non solo al caso specifico, ma anche servirebbe di allenamento per altre opportune mobilitazioni analoghe, in rapporto a problemi e necessità di scelta che si presenteranno. E una città che proprio nel programma professato dalla trascorsa comunicazione doveva caratterizzarsi come “smart”, ecologica e quant’altro sulla base di iniziative secondo noi improprie, invece proprio con questa informazione, attenzione e attività di proposta diffusa può migliorare la sua qualità ambientale, senza grossi investimenti privati, senza grancassa mediatica. Italia Nostra ha sempre operato in questa direzione, e ora forse, a Torino, otterremo maggiore attenzione dall’Amministrazione sui singoli problemi e, quello che invece dipende anche molto da noi, avremo modo di comunicare più efficacemente col pubblico, che su questi temi riceve dai media una informazione fitta di notizie ma prevalentemente poverissima per approfondimento. Abbiamo chiesto al Comune, e insisteremo con questa richiesta, che il Comune stesso potenzi i suoi canali di comunicazione telematici, che hanno costi minimi, e metta a disposizione delle associazioni ambientaliste spazi di diffusione di notizie e commenti autogestiti, e che fra l’altro, liberi come si è sul web dalla tirannia dello spazio geometrico della pagina cartacea, consentano di informare e argomentare anche con abbondanza di immagini. Di questo ed altro avremo modo di parlare all’Assemblea dei Soci il 14 febbraio, importante anche perché dovrà eleggere il Consiglio Direttivo per il triennnio 2017-2019. Sono caldamente invitati anche i non associati simpatizzanti della nostra attività, coi quali abbiamo spesso condiviso sforzi di azione ed immaginazione. Così, sperando di trovarci numerosi all’ Assemlea, il Direttivo uscente vi saluta.
per Italia Nostra-Torino
Roberto Gnavi Presidente