Notizie settembre 2018 da Italia Nostra-Torino
Cari soci e cari amici di Italia Nostra-Torino,
per Torino e per il suo territorio continua l’incertezza su molti dei temi per noi importanti.
Mentre almeno a Torino possiamo rallegrarci per l’avvenuta apertura al pubblico di una prima parte del parco Michelotti e per apparenti garanzie di tutela e riacquisizione all’uso dei cittadini di tutto l’ambito nel giro di due anni, per Torino e per il suo territorio di area metropolitana-ex provincia continua l’incertezza su molti dei temi importanti per i quali le prospettive sono vaghe e non rassicuranti.
Ovunque preoccupazioni economiche frenano gli enti pubblici nelle iniziative di tutela e miglioramento della qualità ambientale. Sembra confermato un atteggiamento di attesa di proposte da parte di entità private, in una apparente convinzione che occorra rinunciare ad attuare le soluzioni più desiderabili
e piuttosto cercare più o meno ragionevoli compromessi con l’investitore.
E’ fermentata una confidenza secondo noi molto mal riposta in una ripetizione delle Olimpiadi invernali a Torino come rilancio dell’economia, con un sottinteso di ulteriore attività edilizia incongrua nel paesaggio alpino e come abbiamo visto a suo tempo anche in città. Non è purtroppo credibile che, essendoci già gli impianti, si tratterebbe solo di restaurarli.
Vediamo una certa miopia nell’individuare valori non negoziabili, ed anche gli elementi di qualità ambientale che nel tempo rappresentano anche risorse economicamente rilevanti, come fonte di stimolo alla visita turistico-culturale. Come con la cura del paesaggio nel Sud Tirolo-Alto Adige.
Tornando alla città di Torino, che indubbiamente ha molto guadagnato come attenzione quale meta di turismo culturale nell’ultimo decennio, ci chiediamo se questo tipo di benvenuti visitatori non siano piuttosto delusi nel trovare il parco del Valentino nella stagione più bella invaso dai baraccamenti del Salone dell’auto per cinque o sei settimane, tra montaggio e smontaggio.
E’ sempre sospesa la sorte di grandi aree industriali o di servizi dismesse, di proprietà pubblica, come varie caserme, aree ferroviarie e la Manifattura Tabacchi, o private come l’area Westinghouse-Nebiolo presso le ex Carceri Nuove, le ex OGM, Officine Grandi Motori in corso Vigevano, e altre minori.
Per tutti questi complessi, anche dando per scontato che per ragioni economiche non sia possibile ottenere tutte le trasformazioni idealmente augurabili nell’interesse pubblico, è bene che si arrivi ad una definizione del massimo vantaggio pubblico possibile compatibilmente con l’intervento del capitale privato.
Ed è preoccupante pensare che ulteriori ritardi nella contrattazione definitiva su questi ambiti potrebbero risolversi fra qualche anno, con una eventuale nuova amministrazione, in accordi ulteriormente rinunciatari in rapporto alla qualità ambientale della città.
Per la Manifattura Tabacchi è importante che l’assetto finale preveda non solo la conservazione ed il restauro delle porzioni storiche, ma che di queste sia garantito in tutto o in gran parte l’uso pubblico, e che per le porzioni moderne demolite sia garantita una riconfigurazione architettonica in armonia col contesto. Una calibrata rivitalizzazione di questo ambito gioverebbe molto alla qualità di vita nella sfavorita zona nord della città, sia come meta ricreativa per gli abitanti e orgoglio identitario del quartiere, ma anche come possibile centro di attività educative e di rinforzo alla coesione sociale di cui questa zona certo ha bisogno.
Analogo discorso si può fare per le OGM di corso Vigevano-corso Vercelli, ambito teoricamente subcentrale ma in realtà caratterizzato da un degrado di periferia disagiata, che naturalmente avrebbe bisogno di interventi socioassistenziali, ma che certo si gioverebbe di una proposta di assetto edilizio di buona qualità formale, e in particolare escludesse gli edifici a forte sviluppo verticale che erano presenti in un passato progetto dell’area.
In questa zona, oltretutto, anche prima di avere risolto normativamente e finanziariamente il futuro delle aree ex OGM, potrebbero essere impostati miglioramenti non troppo costosi. Come l’allestimento di una banchina alberata sul tratto di corso Vercelli fra corso Emilia e piazza Crispi, che è larghissimo, di scarso traffico ed ora con le sue dissonanze edilizie e con l’affaccio sulle demolite OGM concorre a dare a questa zona l’aria di una deprimente periferia.
Torniamo a suggerire di esplorare “personalmente” con GoogleEarth ogni luogo di cui sentiamo parlare o che ci venga in mente, perché da quando esiste la modalità di visione vicina con prospettiva obliqua da ogni lato, “da elicottero”, è veramente possibile conoscere e valutare una situazione, e l’operazione ha una dimensione piacevole…. certo meno presente nell’utile ma faticosa esplorazione cartografica.
Oltretutto una conoscenza relativamente diretta non solo consente la formazione di un parere più calibrato, ma rende “vivo” un problema e dà più voglia di far sentire la propria voce.
Importante: Sul nostro sito ora si propone un questionario di valutazione sulla congruità di inserimenti, dal dopoguerra ad oggi, di edilizia di linguaggio contemporaneo in contesti di edilizia storicizzata, sulla base di un gruppo di foto per ciascun caso. A chi vorrà aderire inviando una mail in tal senso a torino@italianostra.org verrà inviato un powerpoint con le ottanta foto documentanti i venti casi, ed una tabella per esprimersi su ciascuno crocettando varie ipotesi di risposta.
Con la speranza di attivare con questa ed altre iniziative un più intenso scambio di opinioni e di conoscenza coi nostri soci e con chi concorda con i nostri obiettivi vi auguriamo e ci auguriamo un sereno e utile autunno.
per Italia Nostra-Torino
Roberto Gnavi, presidente