Cari Soci e cari amici Italia Nostra-Torino,
per i beni che interessano Italia Nostra nell’ambito di Torino, notizie preoccupanti da un lato, altre blandamente rassicuranti.
Una di quelle tenuemente rassicuranti è il progresso nella restituzione del Parco Michelotti alla sua natura di parco pubblico, che fa sperare in una sua completa apertura nel 2021, e quindi poi con impossibilità politica di minacciarlo nuovamente di cementificazione
L’altra è che, emigrato a Milano il Salone dell’Auto che la nostra Amministrazione ambiva ciecamente di avere di nuovo al Valentino, e saggiamente deciso da Slowfood di organizzare altrove Terra Madre, per un po’ potremo goderci il parco in primavera senza una coltre di baracche, anche se la ricerca di “grandi eventi” può portarci altre invasioni.
La notizia veramente preoccupante è che la nostra Amministrazione, piuttosto dimentica delle sue posizioni all’esordio, sta accettando per la Cavallerizza Reale un destino di privatizzazione non molto diverso da quello prospettato dall’Amministrazione precedente.
Il PUR (Piano Unitario di Riqualificazione) che è stato presentato prevede un uso pubblico solo per circa la metà dei locali al piano terra, e per il resto del complesso un 50% sarebbe disponibile per residenza, e un altro 35% per attività turistico-ricettive e servizi.
Completamente eclissata, in questa ottica, la perentoria vocazione del complesso, parte integrante del Palazzo Reale, bene tutelato dall’UNESCO, ad un’arco di usi culturali, molto importante fra i quali dovrebbe essere quello, poco evocato in questi anni se non da noi di Italia Nostra, di ospitare un significativo museo della propria storia quale Accademia Reale e poi Accademia Militare, e poi certo quello di fornire spazi al contiguo preziosissimo tricentenario Archivio di Stato, che non solo ha il compito statutario di continuare ad acquisire tutto un flusso di documenti, ma anche quello di rendere accessibili al pubblico con le dovute cautele in successive mostre tematiche materiali particolarmente significativi.
E naturalmente la Cavallerizza potrebbe e dovrebbe ospitare mostre artistiche e storiche, e offrire spazi per la produzione artistica che si gioverebbe qui di un’atmosfera stimolante e di un possibile contatto immediato con visitatori ed estimatori.
A questa evidente vocazione è stata opposta una sedicente visione di duro realismo, per la quale la mano pubblica, Stato, Regione, Comune, non ha assolutamente i mezzi finanziari per attuare il restauro, le due entità di proprietà pubblica ma di diritto privato che ne detengono la quasi totalità hanno il compito statutario di trarne reddito, non ci sono i soldi pubblici per riacquisire il bene alla proprietà pubblica, e quindi sarebbe benvenuta la cessione ad entità private possibilmente di alto livello, come le Fondazioni, che assicurerebbero un qualificato restauro dell’insieme, ed un certo grado di fruizione pubblica.
La nostra richiesta verte non solo sulla questione di diritto per cui un bene culturale a suo tempo alienato con una procedura di dubbia legalità debba tornare allo Stato, ma proprio anche sulla congruità economica. Con una somma enormememente inferiore a quella ipotizzata per il restauro totale il complesso potrebbe ritornare completamente pubblico, e a questo punto lo Stato, nelle sue declinazioni, centrale, regionale e comunale potrebbe trattare con serie entità private concessioni a tempo condizionate all’esecuzione del restauro e a progetti d’uso ben calibrati che prevedessero da subito una larga fruizione pubblica.
A fronte di uno schieramento di poteri, di interessi e di affettazioni di realismo, Italia Nostra farà il suo possibile in tutte le direzioni per diffondere la consapevolezza di questo errore propagandato come buon senso e come tale accettato da tanti in buona fede.
per ItaliaNostra-Torino Roberto Gnavi (Presidente)