Documento inviato a Sindaca, Assessori, Consiglieri del Comune di Torino
Per Italia Nostra-Torino l’idea di ripetere nel 2026 la collocazione a Torino delle Olimpiadi invernali è decifrabile nelle motivazioni addotte, quanto però molto sbagliata. Italia Nostra è stata decisamente contraria a quelle del 2006 non in linea di principio ma in rapporto a quello che fin dalla scelta si era rapidamente prospettato come aggressione all’ambiente naturale e deformazione dell’ambiente costruito, anche per l’esclusione dell’utilizzo di impianti già esistenti altrove, danno che si è puntualmente verificato.
L’attuale consenso all’idea è comprensibile sia per quello che è stato l’orgoglio cittadino di vedere Torino all’attenzione del mondo, sia per la diffusa sottovalutazione dei danni ambientali prodotti allora, sia per l’idea che, avendo già i pur malconci impianti, i danni ambientali siano ormai tutti e soltanto quelli già presenti dalla scorsa edizione, e che l’organizzazione costerebbe molto meno e sarebbe a carico di non troppo ben precisati altri.
Ma questa è una pericolosa illusione, sul piano economico perché per ragioni nemmeno troppo misteriose i costi lievitano sempre, e sul piano ambientale, quello che è all’attenzione di Italia Nostra, perché come visto innumerevoli volte il concetto di “lavori inevitabili” si dilata, gli appetiti immobiliari-cementizi nelle aree interessate si fanno sentire.
Certi impianti invasivi, il cui abbandono totale o parziale in questa dozzina d’anni faceva sperare in una pur parziale “rinaturalizzazione”, verrebbero non solo proiettati nel futuro, ma verosimilmente anche incrementati dimensionalmente in nome di qualche nuova “necessità”.
Abbiamo dovuto constatare per le passate Olimpiadi quanto irresistibile sia stata nell’organizzazione l’ideologia di “priorità assoluta” e la conseguente minimizzazione delle obiezioni su vari piani di carattere ambientale, di fronte a impressionanti deformazioni dell’ambiente naturale delle valli. Pensiamo soprattutto ai trampolini di Pragelato ed alla pista di bob di Cesana, e ad aggressioni alla qualità urbana di Torino, con la perdita della formidabile spazialità del Palazzo Vela e la scomparsa di un vero parco per far posto alla desolata cosiddetta piazza Olimpica in piazza d’Armi.
Non dubitiamo della buona fede dei cittadini e delle forze politiche favorevoli a questa rinnovata immersione nelle Olimpiadi, questa volta fantasticate a impatto e costo (quasi) zero a fronte di consolidamento dell’immagine turistica di Torino e delle valli e di propulsione economica, ma riteniamo assolutamente impossibile l’impatto zero, e immaginario l’uscirne senza ulteriori debiti per una comunità già molto gravata.
Un vero progresso, per Torino e per le valli, non legato ai fuochi di paglia di “grandi eventi”, può risiedere solo in una molto migliorata qualità ambientale, e in rapporto ai temi di Italia Nostra pensiamo soprattutto alla tutela del paesaggio storico-architettonico e naturale, finora avvilito da stratificarsi di iniziative di sfruttamento che certo incidono anche sul buon nome di questo territorio e sul gradimento dei visitatori.
Arrestare questo degrado ambientale, rimediare dove possibile una parte dei guasti già consumati, e diffondere la conoscenza di questo ravvedimento e di una migliorata qualità dei luoghi, questo sì che sarebbe in tempi medio-brevi il miglior investimento di energie, la migliore propaganda per il nostro territorio e il migliore invito a visitarlo.
Torino, 29 giugno 2018
per Italia Nostra-Torino
Roberto Gnavi
Presidente